1. Circuito di Monte Cofano

Località: Custonaci (Trapani)
Percorso: Cala Buguto, Tonnara di Cofano, Selletta di Cofano, Cala Buguto
Lunghezza percorso: Km 9
Dislivello: m 255
Tempo di percorrenza: h 4
Segnaletica: presente
Difficoltà: T (facile)
Carta I.G.M. 1:25.000, F. 248 III N.E. (Monte Cofano)

Passeggiata facile e di grande bellezza, per i magnifici panorami che offre sui Golfi di Bonagia e di Cofano e per la possibilità di osservare la ricca vegetazione mediterranea presente nella Riserva Naturale di Monte Cofano. Il percorso compie il periplo completo del promontorio calcareo su cui sorge il Monte ed è interessante anche dal punto di vista storico-artistico per le emergenze architettoniche che s’incontrano lungo il cammino, tra cui una torre costiera del ‘500 e l’antica Tonnara di Cofano.


Come arrivare
Da Trapani si percorre la Strada Provinciale costiera in direzione Custonaci. Superato il borgo di Bonagia, si prosegue per circa km 5 mantenendo sempre la sinistra, fino ad incontrare il bivio per Cornino. Imboccata la strada in questa direzione si prosegue fino al lungomare, quindi si piega a destra seguendo il litorale. A Cala Buguto, poco prima che la strada asfaltata termini, si imbocca sulla destra una strada sterrata in salita al cui inizio è posta una paletta segnaletica della Riserva. Percorsi circa m 500 è possibile lasciare la macchina in corrispondenza di una stradella sulla sinistra. Da questo momento è sufficiente seguire la segnaletica della Riserva in direzione della torre della Tonnara di Cofano.

Descrizione del percorso
 
Il promontorio di Monte Cofano visto da Erice



Imboccata la stradella, dopo circa m 700 si arriva in prossimità di un baglio recentemente ristrutturato: il Baglio delle gazze. Da qui si prosegue lungo una carrareccia fino ad incontrare una torre costiera di avvistamento risalente alla fine del XVI secolo (Torre S. Giovanni). Il percorso, già da subito, si presenta paesaggisticamente molto suggestivo per il contrasto tra l’impervia parete di roccia dolomitica che incombe sulla destra, e il blu intenso del mare sul lato opposto. Nel mezzo, una prateria di ampelodesmo e palme nane disseminata di massi bianchi affioranti come funghi; più in là la scogliera a gradoni, dove crescono il limonio ed il finocchio marino. Proprio in virtù del suo isolamento orografico il promontorio di Monte Cofano ospita una serie di interessanti endemismi botanici che hanno giustificato la creazione dell’omonima Riserva Naturale. Tra le sue rupi si possono trovare l’Hieracium cophanense (Sparviere del Monte Cofano), la Lithodora rosmarinifolia (erba perla), l’Euphorbia bivonae (euforbia cespugliosa), il Dianthus rupicola bivona (garofano selvatico). Notevole è anche l’aviafauna, che annovera oltre ad uccelli marini, numerosi falconiformi nidificanti.

Il panorama dalla Cappella del Crocifisso

Dalla torre il percorso prosegue ora su sentiero, costeggiando le pendici scoscese del monte. Dopo circa m 600 s’incontra la cappelletta del Crocifisso, sovrastata da una parete rocciosa in cui s’apre una grotta di interesse archeologico e paleontologico, raggiungibile attraverso un sentiero a gradini. Molto fitta in questo punto è la vegetazione di palme nane. Andando oltre il panorama si allarga progressivamente sul Golfo di Cofano, chiuso ad Oriente dal profilo frastagliato dei Monti dello Zingaro e dalla lunga e piatta Penisola di Capo San Vito. Un'edicola votiva in marmo raffigurante San Nicola Vescovo di Bari, datata 1750, è posta lungo il cammino avanzando verso Punta del Saraceno. Superata la punta si discende agevolmente alla Tonnara di Cofano, incantevole borgo di pescatori incastonato nel golfo ai piedi della montagna e dominato dalla magnifica torre costiera del '500. La torre, recentemente restaurata, rappresenta un unicum nel suo genere per la singolare pianta quadrata stellare a quattro punte ed oggi adibita a centro visite della Riserva.

Edicola di San Nicola
Di qui si prosegue sulla strada sterrata lungo la costa per circa km 1,2, quindi si devia a destra verso l’interno seguendo la segnaletica della Riserva per Cala Buguto. Dopo 200 metri ha inizio un sentiero che prende a salire con ripidi tornanti tra   due costoni rocciosi, la cosiddetta Scaletta di Cofano. Alle spalle, tra olivastri, alberi di fico e palme nane si aprono splendidi scorci panoramici sull’imponente parete del Cipollazzo e sul Monte Palatimone. Guadagnato il pianoro sovrastante, si segue il sentiero fino alla selletta posta ai piedi della dorsale est di Monte Cofano, a quota m 249. Sulla sinistra si può osservare una pozza circolare temporanea denominata Gorgo Cofano, utilizzata per l’abbeveraggio degli animali. Oltre la selletta, tralasciata la deviazione che sulla sinistra conduce a Baglio Cofano, il percorso prosegue discendendo sul versante opposto, prima su sentiero e poi su stradella, fino a raggiungere il punto di partenza a Cala Buguto.

2. Monte Cofano (m 529)

Località: Custonaci (Trapani)
Percorso: Cala Buguto, Selletta di Cofano, Monte Cofano
Lunghezza percorso: Km 5,8
Dislivello: m 480
Tempo di percorrenza: h 1,30 (andata) - h 1 (ritorno)
Segnaletica: presente nel tratto iniziale
Difficoltà: E (media)
Carta I.G.M. 1:25.000, F. 248 III N.E. (Monte Cofano)

E’ possibile raggiungere la vetta del Monte Cofano percorrendo l’itinerario che da Cala Buguto, nel Golfo di Bonagia, conduce dapprima alla Selletta di Cofano (m. 249) e quindi, prendendo la deviazione a sinistra, alla cima (m 529). L’escursione, inizialmente facile, presenta una certa difficoltà allorquando la stradella, divenuta poi sentiero, termina a ridosso della parete rocciosa costringendo ad un’arrampicata che nel tratto finale presenta un passaggio difficile con corda. Obbligatorio l’uso degli scarponi.



Il Golfo di Cofano
 
Come arrivare
Come per l’itinerario precedente, da Trapani si raggiunge Cornino. Arrivati sul lungomare si piega a destra percorrendo il litorale. Giunti al termine della spiaggia si imbocca sulla destra una strada sterrata in salita al cui inizio è posizionato un pannello informativo della Riserva Naturale di Monte Cofano. Dopo circa m 500, in corrispondenza di un stradella sulla sinistra, è possibile lasciare l’auto.

Descrizione del percorso
Dal punto di partenza si imbocca la stradella che con una serie di tornanti risale il pendio ovest della montagna. Dopo circa Km 1,3 si raggiunge la selletta che separa Monte Cofano dai bassi rilievi di Marcato Granosa, sulla destra, in gran parte occupati da cave di marmo. Dalla selletta si prende il sentiero sulla sinistra percorrendolo fino alla parete rocciosa, quindi ci si inerpica su di essa seguendo le labili tracce di sentiero fino a guadagnare il crinale sovrastante. Nell’ultimo tratto è necessario superare un passaggio difficile arrampicandosi sulla roccia con l’aiuto di una corda ad essa fissata. Raggiunta la dorsale si avanza su terreno aperto orientandosi a vista e con l’ausilio di segnali costituiti da cumuletti di pietre. Dopo circa mezz’ora di cammino si raggiunge la vetta. Da qui si gode uno splendido panorama sui due Golfi, di Bonagia e di Cofano, reso ancora più spettacolare grazie alla posizione isolata del monte, proteso come una polena in mezzo al mare. Il ritorno per la stessa via dell’andata.

3. Monte Speziale (m 913)

Località: San Vito Lo Capo (Trapani)
Percorso: Macari, Marcato Puntino, Portella Mandra Nova, Monte Speziale, Pozzi Acci, Macari
Lunghezza percorso: Km 9,8
Dislivello: m 617
Tempo di percorrenza: h 3 (andata) - h 2 (ritorno)
Segnaletica: presente tranne nel tratto iniziale
Difficoltà: E (media)
Carta I.G.M. 1:25.000, F. 248 II N.O. (Castelluzzo)

Itinerario di grande fascino che consente di raggiungere la vetta più elevata della Riserva Naturale dello Zingaro. Il percorso si snoda a cavallo dei due Golfi, di Cofano e di Castellammare, offrendo magnifici scorci panoramici ora sull’uno, ora sull’altro. Dalla cima lo sguardo domina l’intera Dorsale dei Monti della Penisola di Capo San Vito che, simile alla schiena di un enorme rettile, si getta nel Mediterraneo. Molto interessante anche l’aspetto naturalistico della passeggiata per la presenza di lembi di vegetazione spontanea, soprattutto sul versante occidentale del Monte Passo del Lupo, e la possibilità di avvistare le numerose specie di rapaci che nidificano nelle zone più impervie della Riserva, tra cui l’ormai rara Aquila del Bonelli.


Come arrivare
Da Trapani si percorre la Strada Provinciale costiera in direzione San Vito Lo Capo. Superato Castelluzzo, dopo circa 3 chilometri si devia sulla destra imboccando Via Rocca Perciata, che in lieve salita conduce verso il centro abitato di Macari. Giunti all’incrocio con Via dell’Acqua, prendere a destra continuando a salire fino a quando la strada asfaltata non cede il posto ad una stretta stradina cementata che si inerpica con forte pendenza sulle pendici della montagna sovrastante il paesino. Dopo circa 750 metri la stradina svolta decisamente a destra. Qui, in un piccolo spazio erboso sulla sinistra, è possibile lasciare la macchina.

Descrizione del percorso
Panorama sui Golfi di Cofano e di Bonagia scendendo dalla cima
Dal punto di partenza a quota m 296 si imbocca uno stretto sentiero che risale la vallata Marcato Grande lasciandosi alle spalle l’abitato di Macari. Dopo circa un quarto d’ora si arriva alla recinzione metallica che delimita i confini della Riserva dello Zingaro. Superato il varco di accesso, il sentiero riparte leggermente spostato sulla sinistra, in corrispondenza di un piccolo cumulo di pietre che ne indica il punto di attacco.
Tra magnifici scorci panoramici sul Golfo di Cofano e la tipica vegetazione della gariga, punteggiata da cespugli di ginestra spinosa (Calicotome infesta) ed euforbia arborea (Euphorbia dendroides, in siciliano Camarruni), da isolati arbusti di leccio e palme nane, si continua a salire per circa 45 minuti fino a giungere in località Marcato Puntino. E’ questa la portella, detta di San Giovanni (m 655), che separa la cresta dolomitica del Monte Acci, sulla sinistra, dal Monte Passo del Lupo, a destra. Di grande impatto paesaggistico è la splendida veduta che improvvisamente si apre sul Golfo di Castellammare.

Il Golfo di Castellamare da Marcato Puntino
Per Monte Speziale si prosegue prendendo il sentiero sulla destra, come indicato dalla segnaletica della Riserva. Mantenendosi sempre in quota si percorre ora il versante orientale dei Monti dello Zingaro in direzione Nord-Sud. Il sentiero si snoda lungo i fianchi della montagna assecondandone l’orografia, in un paesaggio aperto e brullo, dominato in basso dal blu del mare ed in alto dal volo lento dei rapaci. Giunti a Portella Mandra Nova (m 732) si prosegue sempre dritto fino a Pizzo Aquila (m 759), uno spuntone di calcare dolomitico che emerge dal fianco di Monte Speziale. Qui è necessario lasciare il sentiero ed inerpicarsi a vista in direzione della cima. Come punto di riferimento per la salita si può prendere un bell’esemplare di leccio che si leva isolato nella parte sommitale del monte. In circa 20 minuti, dopo aver superato una piccola anticima, si raggiunge la vetta a quota m 913. Il panorama è magnifico. Lo sguardo abbraccia contemporaneamente tre golfi: ad Est quello di Castellammare, incastonato in una corona ininterrotta di montagne che vanno da Monte Gallo alle cime della Conca d’Oro e della Valle dello Jato, fino a Monte Bonifato e a Monte Inici; ad Ovest, in successione, il Golfo di Cofano e quello di Bonagia, dominato l’uno dai Monti Cofano e Palatimone e l’altro dal Monte San Giuliano (Erice), con sullo sfondo le isole Egadi. A Nord, a fare da spartiacque, la dorsale montuosa della Penisola di Capo San Vito culminante nel Monte Monaco. A Sud, infine, la mole massiccia di Monte Spàragio che quasi chiude l’orizzonte.

La dorsale dello Zingaro con, al centro, il Monte Acci
 
Al ritorno si ripercorre la strada dell’andata fino a Portella Mandra Nova. Qui si prende a sinistra seguendo l’indicazione per Monte Passo del Lupo, e poi subito a destra, allorquando, dopo circa 80 metri, il sentiero si biforca. Siamo ora nuovamente affacciati sul Golfo di Cofano. L’itinerario prosegue infatti costeggiando il versante occidentale di Monte Passo del Lupo, in uno scenario suggestivo caratterizzato dalla presenza di lecci abbarbicati sui costoni rocciosi della montagna, residua testimonianza dei folti boschi che un tempo ricoprivano l’intera zona. Dopo circa 250 metri il sentiero piega decisamente a sinistra scendendo di quota fino a raggiungere i Pozzi Acci (m 619), sorgente affiorante in una tasca argillosa del terreno. Di qui si prosegue in linea retta lungo la rete di demarcazione della Riserva, per poi deviare nuovamente verso l’interno assecondando l’andamento accidentato della montagna. Il paesaggio si fa ora più aspro e selvaggio, dominato dalle bianche rupi calcaree del Monte Passo del Lupo punteggiate dal verde dei lecci. Un ultimo tratto di sentiero riporta infine a Marcato Puntino; da qui si riprende la strada dell’andata per fare ritorno al punto di partenza.


4. Dorsale di Segesta

Località: Calatafimi-Segesta (Trapani)
Percorso: Contrada Pispisa, Monte Pispisa, Selletta di Monte Pelato, Contrada Conche, Contrada Pispisa
Lunghezza percorso: Km 6,7
Dislivello: m 265
Tempo di percorrenza: h 3.00
Segnaletica: assente
Difficoltà: T (facile)
Carte I.G.M. 1:25.000 F. 257 I N.E. (Segesta) - F. 257 I N.O. (Ummari)

Magnifica escursione lungo i non alti rilievi che dominano l’area archeologica di Segesta. Una passeggiata da raccomandare a chi desidera coniugare la bellezza di una natura rigogliosa con l’interesse per la storia e l’archeologia. Il percorso offre infatti la possibilità di un’inedita “esplorazione dall’alto” del sito segestano, attraverso splendidi scorci panoramici sul Tempio e sul sovrastante Monte Barbaro, dove hanno sede il teatro greco ed i resti delle successive stratificazioni architettoniche bizantine ed arabe.

Panorama sul tempio dalla cima del monte Pispisa
Come arrivare
Dall’autostrada A29, uscita Segesta, svoltare a destra e seguire le indicazioni per la stazione ferroviaria. Dopo circa trecento metri, prima di giungere alla stazione, si incontra sulla sinistra un cancello bianco che immette su una carrareccia. Qui è possibile lasciare le macchine.

Descrizione del percorso
Oltrepassato il cancello si prosegue in salita lungo la carrareccia per circa m 500 fino ad incontrare un bivio sulla destra. Di qui ha inizio un sentiero che percorre a mezza costa il versante occidentale del Monte Pispisa attraversando un bosco di pini d’Aleppo e macchia mediterranea. Il sentiero sfocia in una stradella che sale con tornanti fino alla sommità del monte (m 513), da cui si apre la vista sul Tempio e sui rilievi circostanti. Il percorso prosegue discendendo il versante sud del Pispisa fino a giungere ad una radura nel bosco. Attraversata la radura ci si immette su una stradella che dopo circa 200 metri sbuca su una carrareccia. Prendendo a sinistra si raggiunge, con un paio di tornanti, la torre antincendio posta sulla cima più meridionale del rilievo del Pispisa (m 432). Ammirato il panorama, si torna indietro ripercorrendo la stessa strada per circa 500 metri, quindi si imbocca sulla sinistra un sentierino in mezzo al bosco. Tra una fitta vegetazione di pini, cipressi, olivastri e un rigoglioso sottobosco tra cui spiccano palme nane e cespugli di ginestre, il sentiero gira intorno alle pendici del monte, offrendo splendidi scorci panoramici sulla campagna circostante e sul Tempio. Dopo un ultimo tratto nel bosco si sbuca sulla carrareccia che costeggia il versante occidentale di un ampio pianoro coltivato a vigneto, posto ai piedi della dorsale. Prendendo a sinistra si torna agevolmente al punto di partenza godendo della vista del Tempio che si eleva sullo sfondo delle vigne. Quest’ultimo tratto è particolarmente suggestivo tra ottobre e novembre, quando le viti si tingono dei caldi colori autunnali.

5. Monte Palatimone (m 595)

Località: Custonaci (Trapani)
Percorso: Piana di Castelluzzo, Portella del Cipollazzo, Rocche del Tuono, Monte Palatimone
Lunghezza percorso: Km 6
Dislivello: m 560
Tempo di percorrenza: h 2,00 (andata) – h 1,20 (ritorno)
Segnaletica: assente
Difficoltà: E (media)
Carte I.G.M. 1:25.000, F. 248 III N.E. (Monte Cofano) - F. 248 II N.O. (Castelluzzo)

Suggestivo itinerario di ascensione alla vetta del Monte Palatimone dal versante nord, il più scosceso, ma anche il più interessante per la folta vegetazione spontanea che ne ricopre le pendici e per i magnifici scorci panoramici che offre sulla Piana di Castelluzzo, il Golfo di Cofano e Capo San Vito.

Monte Palatimone visto dalla Tonnara di Cofano

Come arrivare
Da Trapani si percorre la Strada Provinciale costiera in direzione San Vito Lo Capo. Appena superato il borgo di Castelluzzo, invece di proseguire lungo la strada per San Vito si devia sulla sinistra verso il mare seguendo l’indicazione per “Riserva Monte Cofano” e “Baia Santa Margherita”. Percorsi circa m 200 si imbocca a sinistra una stradina asfaltata che taglia in orizzontale la Piana di Castelluzzo e termina, dopo mezzo chilometro, in prossimità di una piccola cappella bianca sita in Contrada Tuono. Qui ha inizio il percorso.

Descrizione
A lato della cappella (m 36) parte una stradella che si inoltra tra campi coltivati ad olivo in direzione dell’aspro costone roccioso sovrastante. Dopo circa m 500 la stradella cede il passo ad un sentiero ben marcato che, in ripida pendenza, si inerpica lungo le falde del monte. La vegetazione diventa fitta e selvaggia, frammista di lecci (Quercus ilex) ed olivastri (Olea europaea sylvestris) con un ricco sottobosco di arbusti, roveti e canne. Usciti dal bosco, il sentiero sale con una serie di tornanti fino alla portella (m 279) che separa il rilievo del Cipolazzo dalle Rocche del Tuono, denominazione quest’ultima con cui è indicata la cresta occidentale del Monte Palatimone. Tra i due impervi costoni rocciosi, bianche superfici verticali picchiettate dal verde di piante rupestri e palme nane, si aprono magnifiche vedute sulla sottostante Piana di Castelluzzo e sulla parte occidentale del Golfo di Cofano fino a Capo San Vito.

Dalla portella il sentiero prende poi a scendere verso Sud in direzione dell’abitato di Purgatorio. Per raggiungere la vetta è dunque necessario abbandonare il sentiero deviando subito sulla sinistra in direzione della cresta, dopo aver superato una recinzione di filo di ferro. Le Rocche del tuono precipitano con pareti a strapiombo sulla sottostante piana, offrendo splendidi panorami via via più ampi sull’intero Golfo. La natura accidentata del terreno non sempre consente di rimanere in cresta, costringendo piuttosto a percorsi interni attraverso un paesaggio brullo di rocce e sterpai, da cui emergono ruderi di costruzioni in pietra usate come stazzi per gli animali. E' facile imbattersi in mandrie di bovini al pascolo e greggi di pecore. Si prosegue a vista su terreno aperto, tralasciando le molte tracce di sentiero che s’intersecano l’una con l’altra e mantenendosi non troppo distanti dal bordo esterno della cresta.

Un ultimo tratto in maggiore pendenza conduce alla vetta, dalla quale si gode un panorama a 360 gradi sui rilievi circostanti: a Sud-ovest Monte Spàragio e più lontano Monte Inici, a Nord-ovest i Monti dello Zingaro e Capo San Vito, a Nord-est Monte Cofano, ad Est il Golfo di Bonagia, Monte San Giuliano (Erice) e le Isole Egadi. Il ritorno lungo la strada dell’ andata.


6. Vallone del Castello di pietra

Località: Castelvetrano, Partanna (Trapani)
Percorso: Agriturismo Baglio Vecchio, Vallone Castello di Pietra
Lunghezza percorso: km 3,5
Dislivello: m 100 in discesa e m 90 in salita
Tempo di percorrenza: h. 1,30
Segnaletica: assente
Difficoltà: media (E)
Carte I.G.M. 1:25.000 F. 257 II S.E. (Partanna) - F. 265 I N.E. (Valle Belice)

Affascinante escursione nel profondo canyon attraversato da un affluente del fiume Belice, posto al confine dei comuni di Castelvetrano e Partanna, tra il promontorio di Pizzo Don Pietro e quello di Castello di Pietra. Il vallone deve il suo nome alla presenza sul pianoro che lo sovrasta di resti di un “riparo” risalente al paleolitico superiore. L’itinerario riveste un grande interesse naturalistico per la ricca vegetazione endemica, costituita da significativi lembi di macchia-foresta mediterranea.

Monumentale esemplare di Roverella nel fondo del vallone

Come arrivare
Dall’autostrada A29, uscita Castelvetrano, svoltare a destra e seguire le indicazioni per Partanna. Si percorre per circa km 7 una strada comunale che termina sulla Strada Provinciale Partanna-Selinunte. Svoltare a sinistra in direzione Partanna. Superata la cantina sociale Zangara svoltare a destra in direzione Baglio Vecchio. Qui, presso l’agriturismo, è possibile lasciare le macchine.

Descrizione del percorso

Panoramica del Vallone dal sentiero di accesso

Poche decine di metri prima di arrivare all’agriturismo si prende sulla sinistra una stradina sterrata immersa in un uliveto. Dopo circa 300 metri si svolta nuovamente a sinistra fino ad arrivare ad un cancello. Da qui si scende all’interno del vallone percorso da un torrente e ricoperto da una lussureggiante vegetazione. Tra le falesie scolpite dagli agenti atmosferici si possono osservare carrubi, pioppi, olmi e salici. Nelle zone più assolate possiamo trovare invece l’alaterno, il cappero e la palma nana, il timo, la ferula ed il mirto. 
Cerinthe major
Poco dopo aver superato il torrente il sentiero si biforca, in corrispondenza di un grosso foro scavato nella sommità della parete sovrastante: a destra, costeggiando la ripida parete rocciosa, si giunge ad un bell’esemplare di roverella che domina incontrastato il paesaggio, a sinistra si arriva invece ad una piccola cascata ricca di muschi e di vegetazione. Prima di arrivare alla cascata si può deviare sulla destra lungo un sentiero che sale sul pianoro denominato Castello di Pietra, dov’è possibile individuare i resti di un “riparo” risalente al paleolitico superiore. Qui la vegetazione è rada, ma si gode di uno splendido panorama sulle anse del fiume Belice, da un lato, e sul sottostante canyon, dall’altro. La caratteristica rigogliosa vegetazione spontanea del vallone contrasta fortemente con i coltivi circostanti regolari e uniformi. Il ritorno lungo la strada d’andata.







7. Monte Sparagio (m 1110)

Località: Custonaci (Trapani)
Percorso: Bosco Giacolamaro, Sella Colma di Mezzo, Monte Spàragio
Lunghezza del percorso: km 11,8
Dislivello: m 470
Tempo di percorrenza: h. 2,30 (andata) - h 1,30 (ritorno)
Segnaletica: assente
Difficoltà: T (facile)
Carta I.G.M. 1:25 000 F. 248 II S.O. (Buseto Palizzolo)

Agevole itinerario di ascensione al Monte Spàragio, che con i suoi 1110 metri è la vetta più alta della Provincia di Trapani. Il percorso si snoda, interamente su strada sterrata, lungo il versante ovest della montagna, offrendo magnifici panorami sui Golfi di Bonagia e di Cofano fino a Capo San Vito ed ai sovrastanti Monti dello Zingaro. Dalla cima lo sguardo abbraccia per intero l’estrema propaggine occidentale della Sicilia, dal Golfo di Castellammare alle Isole Egadi.


Come arrivare
Da Trapani si percorre la Strada Provinciale costiera in direzione San Vito Lo Capo. Poco prima di attraversare la piccola borgata di Purgatorio si devia sulla destra seguendo l’indicazione per Noce. Arrivati ad un primo bivio si prende a sinistra in direzione Cocuccio, quindi si prosegue mantenendo sempre la destra fino al termine della strada asfaltata. Da qui si imbocca sulla destra una carrareccia che dopo poche decine di metri conduce al cancello d’accesso all’area del Demanio Regionale di Bosco Giacolamaro, dinnanzi al quale è possibile lasciare la macchina.

Descrizione del percorso
Oltrepassato il cancello ci si inoltra nella fitta pineta frutto di rimboschimento. Dopo poco si incontra sulla sinistra una casa dell’Azienda Forestale posta d’innanzi ad un piccolo bacino idrico artificiale. Di qui la sterrata prosegue in salita zigzagando all’interno del bosco fino ad affiorare all’aperto dopo circa km 1. Man mano che si sale di quota il panorama si apre sulla sinistra, offrendo magnifici scorci sui Monti Cofano e Palatimone e poi sull’intero Golfo di Cofano fino a Capo San Vito. Tralasciato un bivio sulla sinistra, si prosegue fino a quando la strada, piegando decisamente a destra, raggiunge la sella che separa le due anticime occidentali del Monte Spàragio: Colma di Mezzo (m 1000) e Prima Colma (m 1008). Oltre la sella si apre un ampio pianoro, a circa m 900 di quota, in fondo al quale si erge la cima principale contrassegnata da un’antenna.

La Dorsale dello Zingaro vista dalla cima

l paesaggio è in gran parte brullo e roccioso, frutto delle trasformazioni secolari causate dal pascolo e dagli incendi, con la conseguente erosione del suolo che non consente l’attecchimento di una fitta copertura vegetale. Domina il saracco (Ampelodesmos mauritanicus), frammisto a piante di origano e menta selvatica. S’incontra anche il giaggiolo siciliano (Iris pseudopumila) e l’euforbia cespugliosa (Euphorbia characias). Il margine meridionale del pianoro è occupato da un’area di rimboschimento a pino domestico (Pinus pinea). Nell’ultimo tratto del percorso, oltre i 1000 metri di quota, resistono abbarbicati alla roccia isolati esemplari di leccio (Quercus ilex), sopravvissuti al disboscamento e agli incendi grazie alla loro posizione impervia. Dalla cima il panorama è magnifico. Lo sguardo abbraccia a 360 gradi l’intera propaggine occidentale della Sicilia. Particolarmente suggestiva, a Nord, è la veduta della Dorsale dei Monti dello Zingaro che fa da spartiacque tra i Golfi di Castellammare e di Cofano. Ad Ovest si stagliano nitide le Isole Egadi, mentre ad Est appaiono i Monti di Palermo e della Conca d’Oro, giù fino alla Rocca Busambra. Il ritorno per la stessa strada dell’andata.